Romagnoli, riff-oriented, un disco pubblicato la scorsa settimana: cinquecento parole con i XIII Blades.
XIII Blades: un’un/artista o un gruppo, un libro e un film per dare un’idea di chi siete e nel mondo dell’arte dove vi collocate?
Siamo una band “Heavy Grunge” con sfumature Stoner Rock e Alternative.
Dovendone scegliere uno solo per ogni categoria diciamo: Kyuss, Uno Nessuno Centomila e Taxi Driver.
Dal 2012 ad oggi, più di dieci anni in cui condividete sala prove, ascolti, riff ma anche momenti di vita: pensando a questo decennio insieme, qual è l’aneddoto che vi è più caro e vi rappresenta più di tutti la vostra essenza di band?
In dieci anni di esperienze, assurde e/o fortificanti, ne sono capitate tante, ma tra tutte direi l’ultimo giorno di registrazione dell’album e la parte dei cori, già non era facile vederci tra di noi per come ci eravamo disposti, nei punti più dispersi dello studio di registrazione; solo uno aveva l’audio in cuffia e dava il via agli altri per partire coi cori a tempo, sono state più le risate registrate che i cori!
Nel video di Blue Cream, il singolo d’esordio, Alessandro cerca di fuggire da se stesso, “attirato da un fuoco, che rimanda alle continue avversità che lui cerca di combattere”: da un punto di vista musicale, quali sono le difficoltà in cui vi siete nel tempo imbattuti o, vi state imbattendo?
Sicuramente una delle difficoltà è il riuscire a rimanere “compatti”, e negli anni nonostante tutto siamo ancora qua grazie anche al nostro rapporto di amicizia già precedente ai XIII Blades.
La musica può essere un grande strumento di supporto per affrontare invece le difficoltà quotidiane, come quelle di cui parlate i Blue Cream: quali sono i dischi curativi per voi, quelli che mettete su quando avete bisogno di conforto o di ricaricare le pile?
Potremmo scriverne una lista infinita ma ci limitiamo a 3 dischi: Nursery Crime dei Genesis, Jar of Files degli Alice in Chains, Compton di Dr. Dre.
Cosa aspettarsi dal vostro primo disco?
Sicuramente è un disco ricco di elementi per gli amanti del Rock e non solo, pieno di grinta a volte grezza, a volte meno, ma che comunque lascia spazio anche ad un lato più introspettivo e momenti psichedelici. “Waves” è disponibile su tutte le piattaforme digitali dal 16 novembre!
Chi ama tutte quelle sfaccettature di underground, a Cesenatico e dintorni, dove va?
A Cesenatico nello specifico non c’è ormai più un luogo di riferimento per l’underground, ma nel resto della provincia e dintorni fortunatamente ancora ci sono punti di riferimento solidi che sono rimasti nel tempo e qualche altro che negli anni lo sta diventando, ad esempio Resina, Sidro, Bronson, Hana-bi, Red Velvet Corazon.
Quali sono le band più interessanti, a parere vostro, originarie delle vostre parti?
Siamo contenti di dire che ce ne sono molte nell’underground attorno a noi, fortunatamente, dovendone proprio scegliere alcune sicuramente le due scelte per accompagnarci nel release party del nostro album Waves (che sarà il 15 novembre al Resina), Malahead e Lovvbombing!, ma ce ne sono di tutti i generi tra Kodaclips, John Newport, Solaris, Moondome, Outer e tanti altri, potremmo continuare l’elenco all’infinito!
Direttori artistici per un giorno: quale sarebbe per voi la line up perfetta di un Festival (a cui ovviamente dovreste prendere parte!)?
In ordine non per importanza ma di attinenza dal pomeriggio alla sera, senza headliner: Yawning Man, XIII Blades, Primus, Red Fang, Queens of the Stone Age, Alice in Chains.